Impianto ad espansione diretta VS impianto idronico.

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    Salve a tutti,
    sto costruendo una casa in legno di 600 metri cubi su due livelli con un involucro abbastanza performante in zona climatica C.
    Non ho dubbi a fare una VMC centralizzata (penso una per il piano terra e un’altra separata per il piano primo) che avrà le macchine poste nel controsoffitto e le canalizzazioni sotto i pavimenti e nelle contropareti fino ad arrivare alle bocchette di ripresa nei bagni e nella cucina, e a quelle di mandata nelle altre stanze. Per una questione di arredamento, ho chiesto al progettista di fare sia le bocchette di mandata che quelle di ripresa alte, può rappresentare un problema?
    Mentre per quanto riguarda la climatizzazione sono molto indeciso se optare per una PdC aria-aria, quindi un impianto ad espansione diretta (mi hanno parlato anche dei sistemi VRV, VRF e DVM) oppure per una PdC aria-acqua, quindi un impianto idronico con termoarredi nei bagni e fan coil in ogni stanza. Quali sono i pro e i contro dei due sistemi? Cosa mi consigliate di scegliere tenendo in considerazione soprattutto il confort e in secondo luogo la spesa iniziale e la successiva gestione dell’impianto?
    Dato che sia il solaio interpiano che la copertura è realizzata con legno a vista, qualsiasi sia la soluzione, vorrei che i terminali fossero ad incasso nel controsoffitto di alcuni ambienti secondari (ad esempio lavanderia, cabina armadio, dispensa e ripostiglio) attigui a quelli da climatizzare in cui risulterebbe visibile solo la griglia della macchina.
    Una volta scelta la tipologia della PdC, vorrei capire quale potrebbe essere la soluzione migliore da abbinare per la produzione di ACS.
    Grazie anticipatamente a chi vorrà darmi dei consigli.
     
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    CITAZIONE (Francesco2021@ @ 29/3/2024, 01:45) 
    Salve a tutti,
    sto costruendo una casa in legno di 600 metri cubi su due livelli con un involucro abbastanza performante in zona climatica C.
    Non ho dubbi a fare una VMC centralizzata (penso una per il piano terra e un’altra separata per il piano primo) che avrà le macchine poste nel controsoffitto e le canalizzazioni sotto i pavimenti e nelle contropareti fino ad arrivare alle bocchette di ripresa nei bagni e nella cucina, e a quelle di mandata nelle altre stanze. Per una questione di arredamento, ho chiesto al progettista di fare sia le bocchette di mandata che quelle di ripresa alte, può rappresentare un problema?
    Mentre per quanto riguarda la climatizzazione sono molto indeciso se optare per una PdC aria-aria, quindi un impianto ad espansione diretta (mi hanno parlato anche dei sistemi VRV, VRF e DVM) oppure per una PdC aria-acqua, quindi un impianto idronico con termoarredi nei bagni e fan coil in ogni stanza. Quali sono i pro e i contro dei due sistemi? Cosa mi consigliate di scegliere tenendo in considerazione soprattutto il confort e in secondo luogo la spesa iniziale e la successiva gestione dell’impianto?
    Dato che sia il solaio interpiano che la copertura è realizzata con legno a vista, qualsiasi sia la soluzione, vorrei che i terminali fossero ad incasso nel controsoffitto di alcuni ambienti secondari (ad esempio lavanderia, cabina armadio, dispensa e ripostiglio) attigui a quelli da climatizzare in cui risulterebbe visibile solo la griglia della macchina.
    Una volta scelta la tipologia della PdC, vorrei capire quale potrebbe essere la soluzione migliore da abbinare per la produzione di ACS.
    Grazie anticipatamente a chi vorrà darmi dei consigli.

    Vuoi optare per un impianto a tutt'aria con VMC e splt nelle arie stanze (o ventilconvettori)? Hai idea dei quant'aria muove uno split locale o un venticonvettore locale? Nel caso in cui centralizzassi anche la climatizzazione (quindi unità da controsoffitto canalizzabili) devi realizzare una doppia distribuzione dell'aria.
     
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    Prendi in considerazione un impianto tipo aggregato compatto a tutt'aria, hai un'impianto solo, una distribuzione sola, minimo ingombro ( non ti serve una centrale termica), minimo lavoro di installazione (attacchi i tubi acqua e aria e hai finito).
     
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    Dipende tutto dal carico termico. Su quelle che faccio io gli impianti sono proprio VMC centralizzata e espansione diretta dual, uno per zona.
    Funziona tutto alla meraviglia con accensioni limitatissime e movimenti dell'aria minimi. Ma sono edifici passivi, Passivhaus o CasaClima Gold, cioè con tenuta all'aria elevatissima e assenza di PPTT.
    Il resto oramai è noto. Ciao
     
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    CITAZIONE (maurizio spezzati @ 29/3/2024, 09:20) 
    Dipende tutto dal carico termico. Su quelle che faccio io gli impianti sono proprio VMC centralizzata e espansione diretta dual, uno per zona.
    Funziona tutto alla meraviglia con accensioni limitatissime e movimenti dell'aria minimi. Ma sono edifici passivi, Passivhaus o CasaClima Gold, cioè con tenuta all'aria elevatissima e assenza di PPTT.
    Il resto oramai è noto. Ciao

    Tanta tecnologia sull'involucro ed essenza di controllo della temperatura di mandata dell'aria e nessun post riscaldo (nemmeno in defrost). Ci sono soluzioni migliori
     
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    CITAZIONE (PID_Block @ 29/3/2024, 06:55) 
    CITAZIONE (Francesco2021@ @ 29/3/2024, 01:45) 
    Salve a tutti,
    sto costruendo una casa in legno di 600 metri cubi su due livelli con un involucro abbastanza performante in zona climatica C.
    Non ho dubbi a fare una VMC centralizzata (penso una per il piano terra e un’altra separata per il piano primo) che avrà le macchine poste nel controsoffitto e le canalizzazioni sotto i pavimenti e nelle contropareti fino ad arrivare alle bocchette di ripresa nei bagni e nella cucina, e a quelle di mandata nelle altre stanze. Per una questione di arredamento, ho chiesto al progettista di fare sia le bocchette di mandata che quelle di ripresa alte, può rappresentare un problema?
    Mentre per quanto riguarda la climatizzazione sono molto indeciso se optare per una PdC aria-aria, quindi un impianto ad espansione diretta (mi hanno parlato anche dei sistemi VRV, VRF e DVM) oppure per una PdC aria-acqua, quindi un impianto idronico con termoarredi nei bagni e fan coil in ogni stanza. Quali sono i pro e i contro dei due sistemi? Cosa mi consigliate di scegliere tenendo in considerazione soprattutto il confort e in secondo luogo la spesa iniziale e la successiva gestione dell’impianto?
    Dato che sia il solaio interpiano che la copertura è realizzata con legno a vista, qualsiasi sia la soluzione, vorrei che i terminali fossero ad incasso nel controsoffitto di alcuni ambienti secondari (ad esempio lavanderia, cabina armadio, dispensa e ripostiglio) attigui a quelli da climatizzare in cui risulterebbe visibile solo la griglia della macchina.
    Una volta scelta la tipologia della PdC, vorrei capire quale potrebbe essere la soluzione migliore da abbinare per la produzione di ACS.
    Grazie anticipatamente a chi vorrà darmi dei consigli.

    Vuoi optare per un impianto a tutt'aria con VMC e splt nelle arie stanze (o ventilconvettori)? Hai idea dei quant'aria muove uno split locale o un venticonvettore locale? Nel caso in cui centralizzassi anche la climatizzazione (quindi unità da controsoffitto canalizzabili) devi realizzare una doppia distribuzione dell'aria.

    Si Pid, vorrei fare un impianto a tutt'aria con VMC e macchine per il condizionamento , ma non so se mi conviene split o termioconvettori idronici.
    Secondo te potrei avere disconfort a causa della troppa aria che muovono?

    ldml
    CITAZIONE (ldml @ 29/3/2024, 07:24) 
    Prendi in considerazione un impianto tipo aggregato compatto a tutt'aria, hai un'impianto solo, una distribuzione sola, minimo ingombro ( non ti serve una centrale termica), minimo lavoro di installazione (attacchi i tubi acqua e aria e hai finito).

    Non so se una soluzione del genere potrebbe essere sufficiente per casa mia che non è completamente passiva.
    Comunque l'aggregato compatto più performante è quello della Brofer?

    PID_Block
    CITAZIONE (PID_Block @ 29/3/2024, 10:04) 
    CITAZIONE (maurizio spezzati @ 29/3/2024, 09:20) 
    Dipende tutto dal carico termico. Su quelle che faccio io gli impianti sono proprio VMC centralizzata e espansione diretta dual, uno per zona.
    Funziona tutto alla meraviglia con accensioni limitatissime e movimenti dell'aria minimi. Ma sono edifici passivi, Passivhaus o CasaClima Gold, cioè con tenuta all'aria elevatissima e assenza di PPTT.
    Il resto oramai è noto. Ciao

    Tanta tecnologia sull'involucro ed essenza di controllo della temperatura di mandata dell'aria e nessun post riscaldo (nemmeno in defrost). Ci sono soluzioni migliori

    Ecco, vorrei capire quale potrebbe essere la soluzione migliore, soprattutto per il confort, visto che temo di non trovarmi bene con i movimenti dell'aria.
     
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    Vuoi avere singole unità o potresti valutare una soluzione canalizzata?

    Facendo mente locale su un prodotto “aggregato” della Forclima, c’erano delle particolari macchine nella pagina del sito:

    www.forclimahrv.com/categoria-cana...passivi-e-nzeb/

    M riferisco alle FVM. Da quanto deduco fanno tutto e devono essere alimentate con acqua calda e fredda con temperatura pari a quella del radiante con ottimo COP della pompa di calore (cosa che con i ventilconvettori non hai). Un paio di macchine collegate ad una pompa di calore aria/acqua e hai tutto (rinnovi, caldo, freddo e deumidificazione), un’unica canalizzazione. Nessuna macchina locale che muove troppa aria.

    Edited by PID_Block - 30/3/2024, 17:40
     
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    Avevo sottovalutato la soluzione FVM. Credevo fosse una macchina puramente idronica. Non è così. La taglia da 300 mc/h genera una potenza totale di 3,6 kW a -5 gradi esterni (c’è ovviamente la quota di ventilazione) con H2O a 35 gradi. Non lo può fare solo con acqua a 35 gradi, serve immettere aria 45 gradi per generare tale potenza. Evidentemente usa il circuito frigorifero interno per dare un incremento di potenza. Interessante. Peccato ci siano pochi dettagli, ma la potenza non è piccola. Con due macchine superi i 7 kW ed hai due zone. Qualche soluzione originale si inizia a vedere.
     
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    CITAZIONE (PID_Block @ 29/3/2024, 11:04) 
    CITAZIONE (maurizio spezzati @ 29/3/2024, 09:20) 
    Dipende tutto dal carico termico. Su quelle che faccio io gli impianti sono proprio VMC centralizzata e espansione diretta dual, uno per zona.
    Funziona tutto alla meraviglia con accensioni limitatissime e movimenti dell'aria minimi. Ma sono edifici passivi, Passivhaus o CasaClima Gold, cioè con tenuta all'aria elevatissima e assenza di PPTT.
    Il resto oramai è noto. Ciao

    Tanta tecnologia sull'involucro ed essenza di controllo della temperatura di mandata dell'aria e nessun post riscaldo (nemmeno in defrost). Ci sono soluzioni migliori

    Qui vedi come si comporta una VMC di buon livello (Zehnder Comfoair Q350) in un edificio passivo.
    L'aria interna è a 21,7 °C e quella esterna a 10,5 °C.
    Dopo lo scambiatore, l'aria esterna entra in casa a 20,5 e quella sporca interna se ne esce a 13,7.

    Internamente la gente sta vivendo e, facendolo, produce quel poco di energia che di solito si ignora perché è talmente poca da essere insignificante nelle case "normali".
    In un edificio passivo, invece, fa sì che si possa recuperare quei 1,2 °C che servono per ritornare ai 21,7 senza alcun post-riscaldo.

    L'involucro dell'edificio non ha nulla di tecnologico.
    Solo un pò di coibentazione in più di quella richiesta dalla norma nazionale, dei nastri freni al vapore o di tenuta all'aria messi nei posti giusti, del valore di pochi euro, e il controllo dei ponti termici.
    Tutto qua.

    D'altro canto, come impiantistica, l'edificio ha una VMC un Nuos 270 per ACS e un semplice split dual del valore di 2000 euro.
    Di tecnologia ce n'è ben poca.

    E questo significa poca spesa di investimento, poco consumo energetico, poca manutenzione, poca spesa di ricambio al momento di fine vita dell'impianto.
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    VMC Daniele

     
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    Ci sono pochi Watt in gioco. Il problema sono i carichi latenti estivi i quali dipendono molto dalla posizione geografica. In pianura padana il carico latente estivo introdotto dalla ventilazione meccanica ha il suo peso. Lo split non è un deumidificatore e non ha un controllo della temperatura di mandata.
    Per un'abitazione così spinta potrebbe bastare una VMC termodinamica (nessuno split).

    Ho più volte sollevato un argomento: l'incremento dei costi all'allontanarmi dai limiti di legge (ora nzeb) in quanto tempo viene ammortizzato?
     
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    CITAZIONE (PID_Block @ 30/3/2024, 15:58) 
    Vuoi avere singole unità o potresti valutare una soluzione canalizzata?

    Facendo mente locale su un prodotto “aggregato” della Forclima, c’erano delle particolari macchine nella pagina del sito:

    www.forclimahrv.com/categoria-cana...passivi-e-nzeb/

    M riferisco alle FVM. Da quanto deduco fanno tutto e devono essere alimentate con acqua calda e fredda con temperatura pari a quella del radiante con ottimo COP della pompa di calore (cosa che con i ventilconvettori non hai). Un paio di macchine collegate ad una pompa di calore aria/acqua e hai tutto (rinnovi, caldo, freddo e deumidificazione), un’unica canalizzazione. Nessuna macchina locale che muove troppa aria.

    Potrei valutare se è fattibile anche una soluzione canalizzata (forse perdo la gestione individuale delle stanze?): abbiamo previsto un'intercapedine sotto il pavimento del PT e del P1 di 13 cm per il passaggio dei tubi della VMC. Poi ci sono le controparti che solitamente hanno un'intercapedine da 5 cm, ma se serve si possono fare da 7,5 o 10 cm. Il solaio interpiano è in legno a vista e vorrei controsoffittarlo solo nelle zone secondarie (dispensa, ripostiglio e ingresso), mentre la copertura è sempre con legno a vista ma con altezze variabili e potrei controsoffittare la cabina armadio e la lavanderia. Se serve posso postare le planimetrie. C'è anche un seminterrato in CA dove ho previsto il locale tecnico. Non so se con questa situazione è possibile fare tutto canalizzato. Che diametro hanno le tubazioni? Possono passare sotto il pavimento o potrei avere problemi di condensa? La pulizia di questi tubi potrebbe essere un problema in futuro (qualcuno mi diceva che c'è il rischio legionella).
     
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    CITAZIONE (maurizio spezzati @ 31/3/2024, 12:51) 
    CITAZIONE (PID_Block @ 29/3/2024, 11:04) 
    Tanta tecnologia sull'involucro ed essenza di controllo della temperatura di mandata dell'aria e nessun post riscaldo (nemmeno in defrost). Ci sono soluzioni migliori

    Qui vedi come si comporta una VMC di buon livello (Zehnder Comfoair Q350) in un edificio passivo.
    L'aria interna è a 21,7 °C e quella esterna a 10,5 °C.
    Dopo lo scambiatore, l'aria esterna entra in casa a 20,5 e quella sporca interna se ne esce a 13,7.

    Internamente la gente sta vivendo e, facendolo, produce quel poco di energia che di solito si ignora perché è talmente poca da essere insignificante nelle case "normali".
    In un edificio passivo, invece, fa sì che si possa recuperare quei 1,2 °C che servono per ritornare ai 21,7 senza alcun post-riscaldo.

    L'involucro dell'edificio non ha nulla di tecnologico.
    Solo un pò di coibentazione in più di quella richiesta dalla norma nazionale, dei nastri freni al vapore o di tenuta all'aria messi nei posti giusti, del valore di pochi euro, e il controllo dei ponti termici.
    Tutto qua.

    D'altro canto, come impiantistica, l'edificio ha una VMC un Nuos 270 per ACS e un semplice split dual del valore di 2000 euro.
    Di tecnologia ce n'è ben poca.

    E questo significa poca spesa di investimento, poco consumo energetico, poca manutenzione, poca spesa di ricambio al momento di fine vita dell'impianto.

    Il problema non sono le piccole integrazioni giornaliere, sono i carichi indiretti da uso occasionale, basta organizzare un compleanno d'estate con cucina e preparazione pranzo e un 20-30 invitati che l'involucro rischia di andare in crisi. Cosa facciamo, facciamo il compleanno al caldo ?
     
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    Ciao.. Maurizio ti fa notare che senza i qt non ha senso parlare di vol d' aria che danno fastidio, se hai la casa quasi passiva sono pure io per l'espansione diretta, 'poca spesa' tanta resa, inoltre ci sono sistemi sempre aria/aria (ue + ui) che gestiscono anche l'acs, con un idronico se progettato e installato bene, probabilmente avresti una longevità d'impianto più alta e molta più libertà, sia con i vari componenti principali che in termoregolazione, alzando di molto i costi ovviamente..

    Tutto a soffitto, se molto alto, in inverno potresti essere a rischio stratificazione, un problema da non sottovalutare..

    Zehnder tanta roba..

    Per la pulizia dei tubi, dovresti essere in grado di farla, stacchi i tubi dai silenziatori e poi con una sonda e una spazzola ci ravani dentro..

    La VMC cerca di metterla in un luogo riscaldato..

    Se non ci metti una batteria post produzione che raffresca, non hai bisogno di tubi isolati..
     
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    Dobbiamo finirla di pensare al multi zona. Con le strutture a regime e la ventilazione meccanica non i ottengono grosse differenze tra le stanza se l’impianto viene lasciato acceso h24.
     
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    Climatizzare con gli split è economico ma non è una grande cosa. In particolare quanto hai un'impianto di vmc. Quando funziona uno split muove da 600 m3h in sù concentrati in un solo punto e in una sola direzione .
    Di solito non ne hai uno per stanza ma ad esempio uno per zona notte e uno per zona giorno:
    - Se ce l'hai in zona notte (di solito corridoio) tu climatizzi in corridoio e poi indirettamente ti entra nelle stanze. Se hai vmc le stanze sono di solito in pressione e quindi rallenti la diffusione e l'ingresso dell'aria climatizzata ( e devi necessariamente tenere le porte aperte (altro problema) ) , se hai la ripresa in corridoio rischi che l'aria che climatizzi ti faccia un bypass con la ripresa della vmc.
    - Se ce l'hai in zona giorno (di solito salotto) climatizzi prevalentemente il salotto , ma se hai uno studio affianco al salotto la climatizzazione arriva dopo ( e meno), devi comunque tenere le porte aperte (e magari hai bisogno di silenzio ma non puoi chiudere la porta); e se hai una mandata in studio (locale in pressione) hai lo stesso problema indicato sopra. Se è posizionato in cucina o zona cucina rischi dei bypass (con la ripresa dell'aria sporca).
    Certo che in qualche modo su case molto isolate funziona lo stesso, ma non è lontanamente paragonabile ad un sistema di climatizzazione centralizzato e diffuso. Per fare un paragone è come riscaldare con una stufa a pellet non canalizzata ( le stanze adiacenti sono svantaggiate)confrontato con un sistema radiante diffuso.
    Altro fattore da prendere in considerazione è che gli split non riescono a garantire il controllo dell'umidità senza abbassare la temperatura. La funzione "deumidifica" dello split abbassa la temperatura, potrebbe andare quando fa molto caldo ma è ingestibile nelle mezze stagioni quando vuoi togliere solo l'umidità mantenendo però la temperatura costante.
     
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