Nucleare in Italia

no discussione sicurezza centrali solo analisi tecnico economica

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    In tutta onestà credo che comunque non acquistiamo corrente all'estero ad un costo più basso di quello di produzione indi acquistiamo con ricarico cioè guadagno per qualcunaltro. Continuare su questa linea non è quindi ne da ambientalisti bensì da menefreghisti, "noi spendiamo un po' di più e che la mer.a se la tengano gli altri"....
    Frasi come "un considerevole aumento del costo dell’Uranio" dicono tutto e niente, se sale è perchè c'è richiesta, se c'è richiesta vuol dire che c'è chi costruisce centrali e quindi si ricade che siamo come un atollo di mururoa alla rovescia...
    CITAZIONE
    La quantità di energia richiesta dall’Italia è paragonabile a quella francese. Se dunque volessimo produrre il 30% dell’energia elettrica con il nucleare, come succede anche in Spagna, Germania e Inghilterra, ci servirebbero 15 – 20 centrali nucleari.

    La cartina mostra che in francia ce n'è una ventina di centrali ed in francia la produzione del nucleare copre quasi l'80%, frasi rispettabili di un premio nobel ovviamente contro il nucleare...
    Nemmeno lamentarsi che c'è stato il taglio dei finanziamenti per la progettazione di un sistema di smaltimento per l'uranio è molto logico, cosa avremmo dovuto fare, noi da smaltimento con magazzini di uranio in attesa di essere trattato, comprare all'estero l'energia nucleare ed essere circondati da centrali???
    Ovviamente il premio nobel è andato dove di centrali ne hanno 7...onestamente nulla di nuovo in queste polemiche mascherate....
    Pensare anche che la prossima generazione di nucleare non abbia problema alcuno non mi sembra serio....

    mio puro pare da nuclearista non sfegatato ma di certo non "non nuclearista"....
     
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  2. Denew for CE!
     
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    CITAZIONE (Amicodelgjat @ 17/3/2011, 20:49) 
    Permettimi di rispondere solo alle ultime tue domande in quanto da che mondo è mondo in italia nessuno ha mai fatto scelte impopolari per questo rischio, se così fosse ci sarebbe ancora, con tutti i diritti acquisiti regalati a sinistra e a manca, qualcun'altro....non credi??

    Certamente, diciamo che le mie domandine erano piuttosto sarcastiche, riferendosi a chi ha firmato un preaccordo a prescindere dall'esito del precedente referendum sostenendo che era una scelta controcorrente giustificata dal fatto che era nel nostro interesse farla.

    Quando però il nostro presunto interesse (la volontà di reintrodurre il nucleare) ha iniziato a far traballare il loro interesse (il consenso politico) improvvisamente si è sgonfiato.

    Beh, quanto meno curioso.

    Appunto IDM, le centrali attuali vanno in pareggio con i costi di costruzione in tempi molto lunghi, 40-50-60 anni, è il motivo per cui si spremono fino all'osso accettando di tenere in esercizio centrali obsolete. Quando non producono più sono nuovamente un costo, pesantissimo, questa volta di dismissione per cui finchè tirano avanti tanto meglio.
    E' il motivo per cui se il nucleare pulito potrebbe essere disponibile tra 40-50 anni, investire oggi su una tecnologia che ancora pulita non è e che vedremmo comunque operativa tra 15 mi sembra poco furbo. Non avremmo il tempo di ammortizzarle per passare alle nuove, perchè sarebbero in perdita. Ce le dovremmo tenere, rimanendo sempre indietro rispetto agli altri che per quella data le centrali che hanno oggi le avranno sfruttate e ammortizzate sì, e potranno fare il salto senza troppe perdite.

    Rubbia ha rilasciato un intervista al tg3:
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media...48b3ba37a1.html

    Giustamente pone l'accento su un'altro punto molto importante: il fattaccio è avvenuto a casa dei PRIMI della classe.
    Nel paese tra i più ricchi ed evoluti del mondo, patria della ricerca nucleare ma anche della protezione civile antinucleare e antisismica, dove la disciplina è uno stile di vita al punto da essere proverbiale.
    Cosa che dovrebbe far strizzare i secondi, terzi ecc. Figuriamoci noi che siamo fuori dalla porta e proverbialmente indisciplinati.

    Volendo evitare il discorso sicurezza, quanto costerà ai giapponesi questo delirio?
    Ricordiamoci che si somma ai danni di un terremoto e di un maremoto devastante.
    Devono avviare la ricostruzione, riavviare l'economia e mettere in sicurezza l'area di Fukushima (quella anzi dimenticarsela proprio!)e le altre centrali in forse.
    E tutto questo devono farlo sapendo di avere l'energia razionata per mesi, quando avrebbero avuto bisogno nel minor tempo possibile di tutte le loro risorse.
    E' difficilmente quantificabile questo aspetto del danno dovuto all'incidente, ma non è certo di poco conto.
     
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  3. Denew for CE!
     
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    CITAZIONE (Amicodelgjat @ 17/3/2011, 22:16) 
    In tutta onestà credo che comunque non acquistiamo corrente all'estero ad un costo più basso di quello di produzione indi acquistiamo con ricarico cioè guadagno per qualcunaltro. Continuare su questa linea non è quindi ne da ambientalisti bensì da menefreghisti, "noi spendiamo un po' di più e che la mer.a se la tengano gli altri"....

    Sinceramente mi sembra una normale regola commerciale che l'acquisto della "merce" energia non sia "al costo" ma con un ricarico, un guadagno. Se poi nel "servizio" c'è anche il fatto che loro si accollano il rischio e noi solo il beneficio a maggior ragione. Nel prezzo c'è anche il servizio "sicurezza". Parlo in termini intenzionalmente commerciali eh?
    A noi conviene comprarla perchè non la generiamo, a loro venderla, perchè di notte sarebbero in iperproduzione rispetto alla loro curva di consumo. Non credo ci sia di che stracciarsi le vesti commercialmente parlando.

    Un po' come i rifiuti napoletani, ce li comprano come combustibile alla faccia della nostra demenza, noi vendendoceli ce li togliamo dai piedi. Due esigenze che si incontrano.

    Eticamente e "ambientalmente" parlando ci sarebbe da ridire, certo.

    Ma non è un motivo valido per introdurre una tecnologia sgradita e non conveniente nel nostro territorio, dal momento che un'alternativa c'è.

    Se non voglio importare energia ho due vie: produrmela o RISPARMIARLA.
    Vorrei capire perchè ci vogliono imporre la prima opzione (sgradita, antieconomica e pericolosa) censurando il più possibile l'esistenza della seconda (accettabile per la popolazione, moooolto economica e sicura).

    L'efficienza energetica è tabù, guai a nominarla. Manco mordesse.

     
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  4. bomar
     
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    Scrivete ed esprimete bene tutti, un bel forum.

    Butto lì un brutto pensiero, che sarà pur considerato nei rischi.....

    Vi ricordate cosa accadde alle torri....... 2+2=...... una roba simile potrebbe accadere?! quale entità di danni potrebbe causare?!
     
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  5. IDM
     
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    rubbia tg3:
    ..la chiusura di un premio nobel della fisica su " l'alternativa rinnovabili" dovrebbe farci riflettere sul paradosso della nostra cultura:
    unitaria nel suo codice di ascolto (consumo), frammentaria nei suoi codici di produzione (di desiderio)...
    il senso stesso di questo topic sul nucleare: gli stessi forumisti uniti nel consumo di energie rinnovabili, divisi, frammentati nel momento di espressione di una produzione (desiserio) il nucleare :D
     
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    il codizionale "ci sarebbe"riferito ad un alternativa che tra 50 anni ci possa far essere alla pari e nella frattempo indietro, per ancora 50 anni, non mi sembra una prospetiva rosea...ricordiamoci che in spagna ci è chi produrrà un sistema per smaltire le scorie quindi i costi tra 50 anni problemi ce ne saranno meno...altrimenti sono veramente polemiche di pura parte...
     
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    CITAZIONE (clash4 @ 16/3/2011, 17:39) 
    Ieri a ballarò un economista diceva che le centrali nucleari tendono ad essere fatte in periodi in cui i tassi di interesse sono bassi perchè hanno un alto costo di investimento iniziale, quindi richiedendo un finanziamento, il tasso di interesse è basso. Il costo poi di gestione di una centrale del genere è tendenzialmente basso.

    E' ancora troppo presto per rispondere a DENEW, le informazioni di cui ho necessita' non sono disponibili qui dove mi trovo ora ma negli uffici dove normalmente lavoro.
    Posso pero' iniziare a dare una risposta sui temi economici di Clash riguardante i costi delle Centrali Elettriche di produzione.

    Il costo di una centrale e' determinato da molteplici fattori, primo fra tutti il sito dove viene costruita, le caratteristiche della regione ove si realizza, le condizioni geomorfologche del terreno e gli interventi necessari affinche' possa ritenersi stabile il sito per la vita media di un impianto che nel caso di centrale termoelettrica viene misurato in mediamente 30 anni.

    Passato questo periodo la centrale necessita di sostanziali investimenti per adeguare la tecnologia ai tempi che cambiano, alle nuove tecniche di controllo, all'elettronica o semplicemente per sostituire sistemi vetusti e deteriorati. Ad oggi il costo di una centrale termoelettrica sfiora abbondantemente i 1500milioni di euro ogni 1000MW installati. Parlo naturalmente di una centrale ex-novo, dove si debbon realizzare sia le opere civili che strutturali, scavi, riempimenti, opere in calcestruzzo e strutture metalliche di supporto, capannone ove sono contenute le turbine e gli alternatori/generatori di corrente, isole per i trasformatori e molto altro.

    Le moderne turbine pluristadio possono permettersi di lavorare con pressioni comprese di norma tra 100 bar ed oltre 250 bar (generatori ipercritici), con fascio risurriscaldatore (ovvero con doppio surriscaldamento nel ciclo a vapore). Tutto questo ha un costo elevato che va ad incidere anche notevolmente nel conto finale tanto che, in Italia, non si assiste piu' alla costruzione di grandi impianti di produzione energia elettrica ma piuttosto a piccoli impianti in cogenerazione con destinazione specifica e ridotta nel tempo, oppure alla riconversione di impianti esistenti vetusti. Vedasi per esempio la centrale ad olio combustibile di Civitavecchia recentemente riconvertita a carbone pulito e quella di Porto Tolle che lo sara' presto.

    Perche' parlo di centrale termoelettriche e non di centrali nucleari? Perche' il confronto e' utile a capire le ragioni per le quali si e' deciso il passo nucleare invece di restare ancorati al petrolio e suoi derivati per produrre enegia.

    Il primo punto che si e' chiarito e' il costo di una centrale tradizionale, costo che ha raggiunto ormai i livelli di quelle nucleari. La Centrale di Civitavecchia (riconversione) e' costata a ENEL 3,24 miliardi di euro, conservando per quanto possibile le strutture esistenti (cavalletto turbine, capannone, flare e sistemi di distribuzione con cavidotti. Sostituendo tutto il resto al 70% con altro materiale piu' moderno. La centrale di Civitavecchia ha una potenza installata di 1960MW con un picco di 2160MW e una potenza di esercizio che varia dai 1460 ai 1720 MW a seconda del numero delle turbine in funzione.

    Se fosse stata costruita ex novo sarebbe costata il 50% in piu' comprendendo nel conteggio anche la demolizione di quella esistente, quindi quasi 5 miliardi di euro.

    Una centrale di questo genere consuma carbone con un costo di esercizio pari al 35-40% del costo di costruzione nella vita media (30 anni), se fosse stata a gas o a petrolio il costo avrebbe abbondantemente superato il 200% nello stesso periodo lasciando in entrambi i casi il fianco ai possibili aumenti della materia prima, piu' contenuti nel caso del carbone, piu' importanti ed in alcuni casi scioccanti per il petrolio e derivati.

    Una centrale nucleare con pari potenza costa mediamente poco piu' di una centrale termica, per la sola costruzione, ma il costo per l'erario scende drasticamente quando si vanno a considerare i combustibili che essa utilizzera' nel corso della vita media, che non ha una regola fissa, e che viene identificata con un minimo di 40 anni salvo verifiche di mezza vita e aggiornamenti dei sistemi di sicurezza e controllo. Il costo del combustibile incide infatti per poco meno del 10% del costo di costruzione, e decommissioning a fine vita, di una centrale nucleare e, se questo dovesse aumentare anche del 1000% l'incidenza sul costo del kWh prodotto sarebbe comunque tale da non determinare aumenti del prezzo di vendita al pubblico.

    I due progetti di GEN III+ in costruzione in Finlandia (Olkiluoto) e Francia (Flamanville) ed il terzo iniziato piu' tardi in Cina, il quarto appena iniziato in Francia (Penly) e probabilmente il quinto da poco deliberato negli USA sono da considerarsi dei prototipi di quello che potra' essere lo standard (con molte varianti) per i prossimi 50 anni in attesa che il reattore a fusione calda (ITER di Cadarache) possa essere una realta' e non un'idea sulla carta.

    Nessuno si e' scandalizzato quando la Airbus nel 2005 annuncio' il proprio A380, dichiarando che le consegne sarebbero inizate subito dopo salvo poi riuscire a consegnare i primi esemplari solo nel 2008 e con un progetto nato concettualmente nel 1988. Non si capisce perche' ci si deve scandalizzare se a subire ritardi ed aumenti di costi debbano essere delle centrali nucleari che, nel caso che ci riguarda, sono fortunatamente costruite all'estero. Meglio che ci siano ora delle difficolta', che possano essere individuate e risolte in modo da avere un prodotto in seguito gia' valido.



     
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  8. ecofabri
     
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    Vorrei solo sottolineare un aspetto per’altro già rimarcato da altri prima di me, ma mi sembra l’aspetto centrale della faccenda.

    CITAZIONE (dotting @ 17/3/2011, 19:41) 
    ...
    Notizia ANSA 17 marzo ore 19.16:
    'E' finita, non possiamo mica rischiare le elezioni per il nucleare. Non facciamo cazzate'. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo si ferma a colloquio con il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e il sottosegretario Paolo Bonaiuti, e indica la strategia per l'uscita dell'Italia dal nucleare.

    Questa inversione la “dobbiamo” al mero calcolo politico dopo il disastro giapponese, in mancanza avremmo sentito gli stessi personaggi sperticarsi a dire l’esatto opposto. E noi dovremmo fidarci di questi qua che ci raccontano che faranno il nucleare sicuro e pulito?
    Tutti i ragionamenti e i calcoli di convenienza che vedo fare da altri utenti vanno benissimo, mi sembra che il dibattito che si sta facendo sia serio, ma ricordiamoci che anche il miglior progetto poi dovrebbe essere attuato da questa gente ...
     
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    @amico: innanzitutto in Francia di centrali ne hanno oltre 50, poi, noi la corrente dalla Francia la compriamo di notte, perché loro sono costretti non dico a svenderla, ma a venderla a un prezzo assolutamente conveniente questo perché per poter rendere veramente convenienti tali centrali devono farle lavorare il più possibile, magari anche di notte quando la richiesta è bassa, noi la usiamo quella corrente anche per pompare acqua nei bacini idroelettrici.
    Io condivido quando dice DENEW, compreso il fatto che si vuole cercare di far passare per convenienti le centrali nucleari ammazzando ad esempio le rinnovabili, o cercando di far aumentare i consumi (anziché cercare di intrampredere politiche di risparmio, tema di apertura di Clash).
    D'accordo che i politici non possono prendere decisioni impopolari, ma ricordiamoci che il popolo ha votato questo governo che aveva in programma ben chiaramente il ritorno al nucleare, tant'è che ha iniziato subito a lavorarci, dopo oltre due anni e mezzo abbiamo a stendo un'agenzia, senza una sede.. quanto ci costerà questa agenzia? Se poi si fa marcia indietro alla prima difficoltà, quali sono le prospettive? sono quelle indicate da DENEW, di avere forse le centrali fra 15 anni, al doppio o triplo del costo preventivato: non possiamo prescindere da queste constatazioni.
     
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  10. dotting
     
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    Mets le tue considerazioni sono validissime.................... in Francia.

    Tu manchi troppo dall'Italia e non hai neppure lontanamente presente a che livello di scadimento sia arrivata l'intera dirigenza tecnica che sarebbe chiamata a gestire la costruzione delle centrali in Italia.

    Oltretutto protervia, corruzione e mafia si sono introdotte in tutti i gangli della amministrazione pubblica.
     
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    noi la corrente dalla Francia la compriamo di notte, perché loro sono costretti non dico a svenderla, ma a venderla a un prezzo assolutamente conveniente questo perché per poter rendere veramente convenienti tali centrali devono farle lavorare il più possibile, magari anche di notte quando la richiesta è bassa, noi la usiamo quella corrente anche per pompare acqua nei bacini idroelettrici.

    Attenzione, questo non vale solo per le centrali nucleari, ma per TUTTE le centrali.
    Nessuno, ma proprio nessuno accetta di lavorare per meno del massimo. Piuttosto, questa anomalia è legata principalmente al territorio italiano, dove la percentuale di idroelettrico è altissima rispetto alle altre Nazioni. Questo permette di fermare la grossa fetta di idroelettrico durante la notte (e addiritura di "ricaricarla" per sooportare le punte diurne).
    Quanto al prezzo, c'è da dire che non è "svenduta".. la differenza di prezzo per i francesi è minima: è a NOI che sembra costare pochissimo, abituati come siamo ai prezzi italiani.
    CITAZIONE
    Tu manchi troppo dall'Italia e non hai neppure lontanamente presente a che livello di scadimento sia arrivata l'intera dirigenza tecnica che sarebbe chiamata a gestire la costruzione delle centrali in Italia.
    Oltretutto protervia, corruzione e mafia si sono introdotte in tutti i gangli della amministrazione pubblica.

    Sob...
    Purtroppo hai ragione, dotting.
     
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    CITAZIONE (livingreen @ 18/3/2011, 10:46) 
    Quanto al prezzo, c'è da dire che non è "svenduta".. la differenza di prezzo per i francesi è minima: è a NOI che sembra costare pochissimo, abituati come siamo ai prezzi italiani.

    Purtroppo è così, i cuginetti non ci regalano nulla!

    Facciamoci "anche" 2 risate: non essendo naturalmente le pastiglie di ioduro di potasssio in libera vendita c'è già chi QUI comincia a bersi la tintura di iodio, chissà mai qualche intraprendente "made in XYZ" non decida di creare un florido mercato di tarocchi via internet....alla paura, irresponsabile, non si comanda!


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  13. Denew for CE!
     
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    CITAZIONE (MetS @ 18/3/2011, 00:45) 
    E' ancora troppo presto per rispondere a DENEW, le informazioni di cui ho necessita' non sono disponibili qui dove mi trovo ora ma negli uffici dove normalmente lavoro.

    Non c'è problema, peraltro non è obbligatorio rispondere punto per punto, stiamo facendo discorsi in libertà, non tutto deve essere necessariamente replicato. Fai con comodo.

    CITAZIONE
    Tutto questo ha un costo elevato che va ad incidere anche notevolmente nel conto finale tanto che, in Italia, non si assiste piu' alla costruzione di grandi impianti di produzione energia elettrica ma piuttosto a piccoli impianti in cogenerazione con destinazione specifica e ridotta nel tempo, oppure alla riconversione di impianti esistenti vetusti.

    :D Apppppunto. Se ci stiamo orientando verso una generazione più distribuita, di piccole dimensioni e di tipo cogenerativo ci sarà un perchè!

    In sintesi ci dici che i costi di costruzione di una centrale termoelettrica tradizionale sono spannometricamente analoghi a quella di una nucleare, solo che la tradizionale si pappa un 30-40% dei costi di costruzione in costi di combustibile durante il periodo attivo contro il 10% della nucleare.
    Sul decomissioning e la gestione scorie ho qualche dubbietto. Quanto costa in termini percentuali?
    Ma soprattutto... come si calcola il costo se non si riesce a quantificare quanto dura (vedi la testimonianza di Clash su Caorso, che stiamo ancora adesso a guardare)?
    Hai dati di centrali obsolete COMPLETAMENTE bonificate, spente, smontate? Costi globali, siti cioè restituiti all'uso civile. Quanto è durato il processo e quanto è costato in rapporto ai costi di costruzione?
    Infine... :rolleyes: .. parli di costo per l'ERARIO. Quindi di finanziamento di natura PUBBLICA, non privata come stanno cercando di darci da intendere.
    Dovremmo metterci cioè del nostro, come già ce ne stiamo mettendo per la gestione/dismissione di quelle abbandonate nell'86. Sarebbe carino farci sapere ESATTAMENTE a quanto ammonta la zuppa, prima di impegnarci a pagarla.

    Mi risultava che gli americani avessero serissimi dubbi sui business plan degli EPR proprio perchè incapaci di essere competitivi senza incentivi. E infatti quello proposto negli States sarebbe stato rilevato da un soggetto privato. E' un'informazione non corretta?

    Ma, sai... Io nella mia mente contorta ho un concetto diverso di prototipo.
    Per me il prototipo in quanto tale è uno. Si costruisce, si testa, si stressa, si valuta in toto.
    Se sta in piedi (tecnicamente, economicamente ecc.) si passa alla produzione di serie e alla sua diffusione.
    Qui invece ci sono diversi prototipi, non uno, già costruiti con finalità commerciale senza averne uno finito e sapere come andrà. E non parlo dell'aspetto sicurezza eh? Come andrà in senso lato.
    E' come se fiat non costruisse e testasse i prototipi delle auto, le mandasse alla cieca in catena di montaggio testandole sugli automobilisti.
    Curiosa politica, quantomeno no?

    Io sono paziente, posso aspettare serenamente l'accensione dell'ITER. E 50 anni sono tanti, ma pochi per una politica di riconversione energetica verso lo sfruttamento primario della fonte elettrica in un paese vocato agli idrocarburi con l'inerzia politica, sociale, economica come il nostro.

    CITAZIONE
    Nessuno si e' scandalizzato quando la Airbus nel 2005 annuncio' il proprio A380, dichiarando che le consegne sarebbero inizate subito dopo salvo poi riuscire a consegnare i primi esemplari solo nel 2008 e con un progetto nato concettualmente nel 1988. Non si capisce perche' ci si deve scandalizzare se a subire ritardi ed aumenti di costi debbano essere delle centrali nucleari che, nel caso che ci riguarda, sono fortunatamente costruite all'estero. Meglio che ci siano ora delle difficolta', che possano essere individuate e risolte in modo da avere un prodotto in seguito gia' valido.

    Non capisci perchè? Beh, un aereo costruito da un'azienda privata non è un reattore nucleare costruito con soldi e/o graranzie pubblici. L'uso di capitali pubblici implica il rendere conto a chi paga, ovvero la collettività. L'Airbus Industries con i soldi suoi corre i rischi tecnici, economici, imprenditoriali che vuole. E ne risponde in proprio. Se qualcosa non torna nel progetto nucleare il governo va a casa, il politico non paga, a pagare resta tutta la collettività (che si era già espressa CONTRO, peraltro). I vertici dell'Airbus Industries non è tenuta ad attuare principi democratici nella gestione aziendale, i consigli di amministrazione sono oligarchici per definizione. Il governo di una repubblica parlamentare non è un'azienda.

    Ti è scappato un "fortunatamente costruite all'estero".. :shifty: .. :D . Con mille problemi, errori di progettazione e problemi di forniture non conformi. Costruite ma non ancora completate, quindi se alla fine passeranno i collaudi non si sa. Si sa solo che sono GIA' fuori budget, e che il costo previsto a tavolino per kWh dovrà essere ritoccato altrimenti il business plan resta buono giusto per accenderci il barbecue.

    Meno male che la rogna ce l'hanno in mano i finlandesi quindi? Beh, sarebbe da chiedere ai finlandesi, che forse avrebbero preferito che i francesi le rogne se le fossero testate su un solo prototipo a casa loro fino ad accenderlo ed aver verificato tutto, piuttosto che imbarcarsi nell'impresa in casa propria no? Ma soprattutto, se ci sono problemi e difficoltà oggettivi nei cantieri in essere, secondo quale principio di minima precauzione si fanno accordi di acquisto dello stesso know how a scatola chiusa, senza sapere quali correzioni si renderanno necessarie (francesi e finlandesi lo stanno scoprendo solo vivendo.. :D ..) e con quali costi correlati?
    Infine, le condizioni locali hanno un peso. Geomorfologicamente parlando come sono messe le aree francesi e finlandesi dove sono in costruzione i reattori?
    Noi siamo uno dei paesi più sismici del mondo, ad altissimo rischio idrogeologico, le zone sicure per mettere una centrale si contano sulle dita di una mano scarse. Se sovrapponi le due mappe del rischio viene da ridere per non piangere. Figuriamoci piazzare 15 -20 centrali. Rifilarle tutte ai sardi la vedo dura.
    Trascurando anche in questo caso l'aspetto allarmistico, suppongo che adattare i progetti a territori più vulnerabili come i nostri implicherebbe l'applicazione di requisiti progettuali più rigorosi ed elevati, e quindi costi più alti.

    Ad oggi infine da quanto scrivi confermi anche tu che chi, in questo paese, parla di nucleare sicuro, costi e tempi certi, dati di produttività e copertura di fabbisogno inossidabili mente sapendo di mentire, visto che la forbice di incertezza oggi accertata tra il preventivato e lo stato di avanzamento lavori nei cantieri EPR in essere è rilevante, per oggettivi problemi e difficoltà. Mi risultano dell'ordine del 20-30%.
    A fine cantiere lo sarà ancora di più (questi sovracosti sono troppo alti per essere riassorbiti).

    Il tutto, intendiamoci Mets, senza necessariamente mettere in dubbio che alla fine il prodotto possa essere sicurissimo, efficientissimo, fantastichissimo. Non si sa come saranno, nel male ma neanche nel bene.

    Ma una levitazione costi del 30-40% affossa qualsiasi business plan odierno, consigliando prudenza, una sospensione del giudizio in attesa di vedere come finisce la telenovela.

    Invece no, qui avanti tutta a qualsiasi costo (nel senso letterale del termine) TACENDO di queste problematiche.
    Domanda: da ingegnere esperto del settore ma prima di tutto ingegnere e basta.. :rolleyes: .., al di là del tuo pro e del mio contro, lo reputi un atteggiamento serio?
    Firmeresti a scatola chiusa un accordo di acquisto per un aggeggio, qualsiasi, non parliamo nucleare o no, di implicazioni pericolose, etiche ecc.. Diciamo una scemenza, un ferro da stiro innovativo che va ad acqua fredda e non corrente... :P ..
    Ti dicono costerà 100 quando vedi che il tuo vicino per averne uno mezzo smontato ci sta mettendo molto più tempo del previsto, ha già speso 130 e non sanno dirgli quanto spenderà alla fine, se l'accrocchio stirerà bene e quanto durerà. Non ti verrebbe un dubbietto, non chiederesti una sospensione dell'ordine? Eddai... :rolleyes: ..

    Edit per la moderazione: Ho corretto dopo un quote andato a spasso... :D ..
     
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  14. clash4
     
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    Vedo che la discussione rimane come richiesto in termini tecnico economici e sono molto felice di questo. La pacatezza e l'argomentazione approfondita delle idee di ciascuno è la base per una sana discussione in merito.

    Vorrei soffermarmi anche su un aspetto di natura tecnica che va affrontato; cioè la quantità d'acqua che una centrale, sia essa termoelettrica o nucleare richiede.
    Tali quantià d'acqua possono essere utilizzate in vari modi, sia come vettore termico per raffreddare e far condensare il vapore che esce dalle turbine, sia attivamente andando in circolo nel sistema "centrale" (es.vedi torri evaporative). Nel primo caso si prende l'acqua da un fiume, lago ecc, questa si surriscalda asportando calore e poi viene riversata dove è stata raccolta. Tali quantità d'acqua non sono per niente da sottovalutare, in quanto soprattutto nei periodi estivi i fiumi come sappiamo spesso vanno in crisi nel nostro paese. Ciò si traduce in una parzializzazione delle turbine e ad una diminuzione della produttività di energia da parte di una centrale. Ripeto è un problema che hanno tutte le centrali nucleari e non. Ma con le crisi idriche a cui sempre più spesso andiamo in contro questo è un fattore importante perchè entra dritto nell'analisi economica di una centrale andando a ridurre i giorni all'anno in cui lavorerà al massimo della sua capacità.

    Sempre per portare un esempio: L'anno in cui visitai Caorso, passammo anche nei pressi del fiume Pò e visitammo una centrale nei pressi di Castelmassa, ora non ricordo bene il ciclo di produzione mi sembra fosse un ciclo combinato con due turbogas e un post riscaldamento con turbina a vapore. Al di là di questi dati, li vi erano due problemi che influivano negativamente sul bilancio di fine anno. Uno era l'approvvigionamento idrico perchè il Pò in estate spesso era in secca. Un altro e non ci crederete erano i pelucchi dei pioppi in primavera. Ebbene si, nessuno lo aveva previsto, ma i pelucchi portati dai pioppi entravano nelle prese d'aria delle turbine a gas andando a sporcare i filtri, di conseguenza l'aria già calda in priimavera estate in quanto più rarefatta, subiva anche un calo di portata dovuta al forte sporcamento. Il risultato è che i due turbogas lavoravano meno del previsto.
    Insomma, come vedete gli imprevisti accadono anche su tecnologie collaudate!
     
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    CITAZIONE (clash4 @ 18/3/2011, 12:35) 
    Insomma, come vedete gli imprevisti accadono anche su tecnologie collaudate!

    Forse che i "tecnici de noantri" si son dimenticati di conteggiare l'influenza dei "pelucchi" anche a fronte di una tecnologia collaudata?

    Avranno fatto copia-incolla dei dati di qualche centrale nel deserto degli States, solo che ben difficilmente questi sono esportabile tal quali qui da noi !
     
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176 replies since 16/3/2011, 10:01   3414 views
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