STUFA A PELLET IDRO + CALDAIA A GAS

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  1. supergamma
     
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    Salve a tutti ho acquistato una stufa a pellet idro da 20KW e dovrei collegarla ai termosifoni insieme alla caldaia a gas.

    Caldaia termosifoni + acqua calda
    Stufa IDRO termosifoni solamente

    Dato che in casa si supera la potenza dei 35KW, mi sono disegnato questo schema, che ne dite va bene.

    Lo scambiatore a piastre è da 40 piastre.
    Che tipo di circolatore dovrei prendere. Il circolatore è sempre alimentato a 220 Volt?

    Grazie, aspetto un vostro parere tecnico.

    image
     
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  2. dotting
     
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    Con quel circuito io non metterei la valvola anticondensa e neppure il vaso di espansione più grande.
    Quel circuitino conterrà pochissima acqua e il vaso interno della termostufa basta e avanza.
    Metti il circolatore della termostufa al minimo, le perdite di carico sono irrisorie.

    Il circolatore lo devi mettere identico a quello che è installato dentro la caldaia a gas, naturalmente a 220 V e lo fai pilotare dalla termostufa.
    Infatti quello serve solo quando la termostufa deve far fronte da sola al riscaldamento.

    Se pensi di usare caldaia e termostufa contemporaneamente, cosa che io ritengo ottimale, non c'è bisogno di un altro circolatore.
    La caldaia a gas vede lo scambiatore a piastre come un termosifone attivo e modula di conseguenza.
    Occorre vedere se riesce a modulare abbastanza verso il basso.
    Supponiamo che normalmente la caldaia che sarà minimo da 25 kW lavori a regime sui 15 kW.
    Se imposti la termostufa per erogare 10 kW all'acqua la caldaia a gas dovrebbe scendere fino a 5 kW, devi vedere nelle caratteristiche della caldaia e regolarti di conseguenza.

    Spero sappia che per erogare 20 kW all'acqua quella termostufa a pellets consuma 5 kg. di pellets all'ora.


    ps riduci decisamente l'immagine
     
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    ...suppongo inoltre Dotting, che sia meglio usare altro al posto dello scambiatore a piastre....
     
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  4. dotting
     
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    Infatti io preferisco questo:
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    anche perchè ha 6 attacchi e non 4 come uno scambiatore a piastre.
    Utilissimo per avere il gruppo di riempimento esterno e per mettere qualche strumento o valvola di sicurezza.
     
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  5. Archimede72
     
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    Spinto dalla voglia di apprendere, questo thread mi dà la possibilità di approfondire alcuni aspetti tecnici…
    CITAZIONE
    Il circolatore lo devi mettere identico a quello che è installato dentro la caldaia a gas, naturalmente a 220 V e lo fai pilotare dalla termostufa.
    Infatti quello serve solo quando la termostufa deve far fronte da sola al riscaldamento.

    Perché deve essere proprio “identico” a quello della caldaia?
    CITAZIONE
    Se pensi di usare caldaia e termostufa contemporaneamente, cosa che io ritengo ottimale, non c'è bisogno di un altro circolatore.
    La caldaia a gas vede lo scambiatore a piastre come un termosifone attivo e modula di conseguenza.

    Questo è molto interessante.
    Scusate se dico cose ovvie per chi è del mestiere, ma se togliamo il circolatore sul secondario dello scambiatore dobbiamo comunque togliere le valvole di ritegno dedicate a tale circuito, e a questo punto anche quelle sul circuito caldaia. Inoltre occorrerà inserire un dispositivo di bilanciamento sul ramo scambiatore, che altrimenti agirebbe come un corto circuito termico rubando acqua al circuito termosifoni.
    In alternativa penso si possa mettere lo scambiatore in serie anziché in parallelo alla caldaia. Che è più semplice.
    Sbaglio?
    CITAZIONE
    Occorre vedere se riesce a modulare abbastanza verso il basso.

    Rimane per me un mistero come fa la caldaia a capire che c’è qualcuno (la stufa) a darle una mano. Forse se ne accorge perché la temperatura del ritorno è più alta con la stufa accesa?

    Altre due domandine:
    1. Un impianto come quello indicato non costituisce centrale termica vista la separazione idraulica operata dallo scambiatore.
    Supponiamo adesso di prendere quello scambiatore e spostarlo dentro la stufa a pellet (alcune caldaie a biomassa dispongono di uno scambiatore interno al corpo caldaia).
    In tal caso credo non valga più la separazione idraulica, ma le due situazioni sono paradossalmente equivalenti, secondo me…
    2. Riguardo il bellissimo boiler GABELLINI (del quale non ho trovato dettagliata descrizione online), potrebbe essere usato con un circuito ad alimentare e due circuiti a prelevare dotati di rispettive pompe dedicate?
    In tal caso sarebbe una valida alternativa al separatore idraulico…

    Ringrazio anticipatamente per gli eventuali contributi
     
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  6. dotting
     
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    1.- perchè se funziona bene l'impianto ora, quando il circolatore lavorasse da solo a caldaia spenta funzionerebbe sempre bene se lo si prende esattamente uguale;
    2.- piccolo equivoco: lo scambiatore va proprio messo in serie, non in parallelo, diciamo che il circuito del disegno è un poco incasinato (eufemismo);
    3.- esatto la caldaia lavora solitamente su una temperatura di mandata a temperatura scorrevole pilotata da sonda di temperatura. In tutti i casi supposto che la caldaia in quelle condizioni esterne debba produrre acqua a 60°C un conto è farla lavorare con una temperatura di ritorno di 40°C ed un altro con una di 50°C.
    Nel primo caso dovrà fornire combustibile per un delta T di 20°C, nel secondo di appena 10°.
     
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  7. Archimede72
     
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    Grazie dotting per le illuminanti risposte.
    Quando puoi ci sarebbero le altre due domandine in calce al mio intervento, che riporto qui di seguito.

    CITAZIONE
    Altre due domandine:
    1. Un impianto come quello indicato non costituisce centrale termica vista la separazione idraulica operata dallo scambiatore.
    Supponiamo adesso di prendere quello scambiatore e spostarlo dentro la stufa a pellet (alcune caldaie a biomassa dispongono di uno scambiatore interno al corpo caldaia).
    In tal caso credo non valga più la separazione idraulica, ma le due situazioni sono paradossalmente equivalenti, secondo me…
    2. Riguardo il bellissimo boiler GABELLINI (del quale non ho trovato dettagliata descrizione online), potrebbe essere usato con un circuito ad alimentare e due circuiti a prelevare dotati di rispettive pompe dedicate?
    In tal caso sarebbe una valida alternativa al separatore idraulico…

     
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  8. dotting
     
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    Anche se metti lo scambiatore dentro la termostufa il liquido che circola nell'impianto a termosifoni, non "tocca" il liquido che circola nella termostufa.
    Il separatore idraulico come dice il nome ha dei setti che separano i flussi, componenti che il Gabellini non ha.
     
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  9. Archimede72
     
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    Ciao dotting. Non sono sicuro di essere riuscito a spiegarmi bene e per questo me ne scuso.

    CITAZIONE
    Anche se metti lo scambiatore dentro la termostufa il liquido che circola nell'impianto a termosifoni, non "tocca" il liquido che circola nella termostufa.

    La mia caldaia a biomassa lo scambiatore ce l'ha interno, immerso "a bagno maria" nel corpo caldaia.
    La caldaia a gas è staccata dal circuito riscaldamento (e dedicata all'ACS), ma se come dici tu i fluidi non si toccano, potrei ricollegarla (non si sa mai dovesse rompersi la biomassa rimarrei senza riscaldamento)...

    In tal caso però in caso di ispezione del tecnico della provincia vedrai che mi toccherà litigarci per fargli capire che c'è uno scambiatore interno alla caldaia che separa i fluidi. Lui vede il fluido uscire dal corpo caldaia biomassa e per lui fa parte di essa, e tocca quello della caldaia, anche se spenta (supponiamo non ci siano dispositivi ceritificati di interblocco).

    CITAZIONE
    Il separatore idraulico come dice il nome ha dei setti che separano i flussi, componenti che il Gabellini non ha.

    questa mia domanda non c'entra nulla con il caso specifico e la separazione dei circuiti. Volevo solo sapere se lo scambiatore gabellini potrebbe essere usato con un circuito ad alimentare e due circuiti a prelevare dotati di rispettive pompe dedicate (per fare due zone indipendenti ad esempio), visto che in questo caso la teoria dice che bisognerebbe ricorrere al separatore idraulico (che niente c'entra con la separazione delle potenze termiche dei circuiti attivi, di cui abbiamo parlato sopra).
     
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  10. dotting
     
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    Quindi hai un corpo caldaia con tot litri d'acqua in cui è immerso uno scambiatore a tubi.
    Quello è uno scambiatore a tutti gli effetti in cui il fluido primario, quello che viene lambito dai fumi e dal focolare non viene a contatto con il fluido secondario che andrebbe all'impianto e comunicante con il fluido primario gestito dalla caldaia a gas.
    Sotto questa condizione c'è separazione fisica fra i due fluidi.

    In effetti quello scambiatore potrebbe essere usato per alimentare due circuiti separati, ma la stessa cosa si può fare con uno scambiatore a quattro tubi e due T, una sulla mandata ed una sul ritorno.
     
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  11. Archimede72
     
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    CITAZIONE
    Quindi hai un corpo caldaia con tot litri d'acqua in cui è immerso uno scambiatore a tubi.

    Esattamente. La caldaia ha circa 100 litri di acqua che vengono mantenuti a temperatura.
    E' possibile collegarla all'impianto utilizzatore in due modi:

    - utilizzando due attacchi collegati allo scambiatore interno (e in tal caso si può collegare direttamente a un circuito a vaso chiuso)

    - utilizzando due attacchi diretti, e in tal caso, se l'impianto utilizzatore è a vaso chiuso, è necessario utilizzare uno scambiatore esterno (visto che la caldaia è a vaso aperto).

    Io ho scelto la prima soluzione.
    Comunque come ho già accennato in caso di ispezione da parte del tecnico della provincia, quello vede due tubi uscire dalla caldaia a biomassa e niente gliene fotte dello scambiatore interno... quindi litigata assicurata

    CITAZIONE
    la stessa cosa si può fare con uno scambiatore a quattro tubi e due T, una sulla mandata ed una sul ritorno.

    Approfondiamo un attimo questo concetto, se vuoi...

    In termini del tutto generali, la teoria dice che se uno vuole due zone separate, associate a due diversi termostati ambiente, può fare almeno due cose:

    1-a valle del generatore di calore mette un separatore idraulico (con eventualmente a monte una pompa se il generatore non ce l'ha internamente) e dopo di esso i collettori di mandata e ritorno (ovvero i T) con due pompe dedicate ai due circuiti. Il separatore in realtà non separa fisicamente i fluidi, ma realizza un tratto a bassisime perdite di carico (se mi permettete la licenza .... elettrica, realizza un "corto circuito idraulico") che annulla le interferenze reciproche fra le due pompe (che risultano così opportunamente "disaccoppiate" dal punto di vista idraulico).
    Questo è un esempio di separatore idraulico a cui mi riferisco:
    www.caleffi.it/caleffi/it_IT/Site/P...e.jsp/index.sdo

    2-a valle del generatore di calore mette due valvole di zona a tre vie (con eventualmente a monte una pompa se il generatore non ce l'ha internamente), ma in tal caso la pompa motore è una sola e potrebbe non essere sufficiente in caso di grandi impianti.

    Se dotting dici che in questo caso specifico (scambiatore a piastre) basterebbero i T a valle dello scambiatore (immagino con due pompe dedicate), allora assumiamo che il secondario dello scambiatore a piastre possa essere assimilato a un tratto a bassissime perdite di carico, tanto da rendere le due pompe in parallelo indipendenti dal punto di vista idraulico.
    Ho capito bene?

    Edited by Archimede72 - 8/3/2011, 11:13
     
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    Supergamma,nel tuo schema ci sono due valvole di NR di troppo,oltre come già è stato scritto la valvola AC e il vaso.Lo scambiatore hai detto che è un 40 piastre,gli attacchi da quanto sono,3/4? se si,ti consiglio uno scambiatore con attacchi da 1",quanto meno lato idro
     
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11 replies since 1/3/2011, 18:13   22473 views
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