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Posts written by livingreen

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    Comunque, comincerò con le maree...

    Ecco un documento di base:
    http://www.meteomin.it/Maree/Desc_Maree.asp

    ed ecco una foto che riporta una interessante anomalia, e cioè per due cicli di marea è previsto che il livello NON si alzi rispetto a quello medio:


    CITAZIONE
    Se vuoi partiamo proprio da ponza che le forze sono buone dalle mappe che ho visto

    Beh quello è ovvio...

    -Se vogliamo sfruttare appieno le maree, la centrale di produzione va fatta dova le maree sono più alte;
    -Se vogliamo un impianto idroeolico che sfrutta le correnti sottomarine, bisogna farlo dove le correnti sono forti;
    -E se vogliamo usare le onde, bisogna per forza che sia fuori da un porto (che è realizzato APPOSTA per proteggere dalle onde), e possibilmente dove le onde sono alte

    ...però, c'è da tenere presente anche il costo: se il sistema fosse poco costoso, potrebbe essere proposto anche dove le energie in gioco sono minori...

    Bisogna comunque sempre tener presente una cosa, e cioè che anche le forze del mare NON sono costanti, ma variano spesso di intensità passando dalla furia delle mareggiate alla bonaccia completa, dalle maree alte a quelle "inverse" come da post qui sopra... e di conseguenza, anche l'energi generata non è costante.
    Non bisogna farci troppo conto, insomma... oppure sovradimensionare gli impianti.
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    Comincerò con due documenti, che introducono abbastanza bene l'argomento "moto ondoso":

    http://www.treccani.it/export/sites/defaul...575-594_ita.pdf

    http://www.dic.unina2.it/download.php?id=413

    Se leggi questi documenti, cominci a farti un'idea delle disponibilità di energia, delle opere e di come vengono realizzate, e dei calcoli che bisogna fare...

    Volendo annotare una cosa interessante, si vede subito come si calcola l'energia di un onda e come si calcola quella annuale: se dovessi fare un confronto con una recente discussione avuta in un altro forum, direi che il tizio che calcolava l'energia di un'onda con questa formula.....

    "10000 litri di aria compressa a 200bar (in un serbatoio galleggiante, a sua volta dentro uno scafo, Ndr), sono una spinta di 10 000 kg ogni onda =40 onde di un metro tra cresta e valle ... = 570 kWh"

    ...aveva decisamente le idee poco chiare, sia su come funziona che sul come si fanno i calcoli... (non so che preparazione hai, pancia... ma mancano parecchi dati... e di conseguenza è impossibile fare un operazione del genere

    La forza di un'onda deriva dalla massa di acqua in movimento, e non da quel che ci galleggia sopra...

    Dalla lettura dei documenti si evince non solo come si calcola la forza di un'onda, ma anche che il problema è più complesso.
    Le onde, infatti, sono generate dalla forza del vento... che però varia in continuazione come forza ed intensità, e direzione... e di conseguenza l'altezza e la direzione delle onde varia in continuazione. E' solo in prossimità della battigia, che l'attrito col fondo tende a raddrizzarle ed a disporle più o meno parallele alla costa. Peccato che questo attrito dissipi anche parecchai della potenza che l'onda aveva al largo della costa.

    Inoltre, le onde soffrono degli stessi problemi delle... onde acustiche, o di quelle elettromagnetiche: rifrazione su ostacoli, e conseguente interferenza: niente di nuovo, basta andare al amre per vedere che ci sono onde che si intersecano, oppure per vedere serie di onde che sono più alte o più basse a causa dell'interferenza....a volte si vedono tre onde basse ed una più alta, onde anomale etc...

    Per sapere quanta energia arriva su di una costa in un certo tempo, non rimane altra scelta che quella di misurare tuttele onde, e poi fare la media: può sembrare un sistema stupido, ma invece è proprio quello che si fa normalmente... in questo modo, è poi anche abbastanza inutile mettersi a fare tutti calcoli (che invece andranno fatti per dimensionare l'apparecchiatura generatrice e la spinta che si può ottenere), e sai perchè?


    ...perchè sono già fatti! Visto che il traffico mercantile e le opere costiere sono importantisime dal punto di vista commerciale, questi dati sono monitorati da tempo da svariati organismi nazionali ed internazionali, che sono in grado di fornire tabelle completissime per ogni località costiera degna di nota (senza contare dati sul mare aperto, indispensabili per la navigazione).

    In Italia abbiamo la Rete Ondametrica Nazionale (R.O.N.) e la Rete Mareografica Nazionale (R.M.N.), con i dati particolareggiati e quelli storici per ogni località portuale. Se ci pensi, è abbastanza ovvio che esistano organismi del genere... e li senti nominare anche spesso, per esempio per le previsioni dell'acqua alta a Venezia.

    I dati mareografici, e cioè l'altezza delle maree, evidenziano anche un curioso fenomeno di cui non molti sono al corrente: anche le maree NON sono tutte uguali... dipendono da molti fattori, dall'allineamento dei pianeti, dai venti a favore o contrari etc
    Ci sono persino casi di maree negative, e cioè momenti in cui la fase di alta marea ha in realtà un livello del mare PIU' BASSO della bassa marea.

    Ovviamente, anche le maree possono essere sfruttate per generare energia.



    Insomma, si evidenzia la grande variabiltà dell'energia ricavabile dal mare (cosa che farebbe propendere, appunto, per un accumulo che stabilizzi l'energia che sistemi marini potrebbero immettere in rete)... ed è logico, in quanto tutto deriva dall'energia del vento e come sappiamo l'energia eolica è piuttosto intermittente.... pensa se trovi un periodo di bonaccia, ad esempio.... seguito da un tornado. Una media energetica bassa, e nessun impianto che riesca a star dietro a variazioni così grandi...
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    Beh, per sapere se funziona bisogna fare un calcolo di massima, anzi... a spanne... e vedere cosa ne viene fuori.

    Il percorso da seguire è abbastanza schematico:

    1- Scoprire quanta energia è disponibile dal mare in una data località. Quento implica il reperimento di una serie di informazioni, e la necessità di fare qualche calcoletto;

    2- Vedere quale tecnologia applicare, e quale può essere la resa energetica in confronto a quella disponibile;

    3- Dimensionare anche a spanne l'installazione... pur non essendo strettamente necessario per capire se il sistema funziona, rende almeno l'idea delle dimensioni che deve avere, e di conseguenza si capisce se può essere proponibile. Per esempio, se un sistema marino prevede la cementificazione di 200 km della riviera ligure, o prevede un bacino di tre km cubici sospeso a 300 metri sopra la pianura padana.... è difficile che la soluzione sia praticabile.

    4- Dimensionare, anche a spanne, i costi: se un sistema marino, per qualunque motivo, venisse a costare come cento centrali della stessa potenza, sarebbe improponibile. Nessuno comprerebbe l'energia a cento volte il prezzo corrente, o farebbe una centrale da 10 MW con gli steesi soldi che userebbe per 100 centrali tradizionali (e quindi, per 1000 MW)

    5- Vedere se i vantaggi dell'accumulo (hai proposto una diga) valgono il costo per l'installazione: è vero che si può accumulare energia per utilizzarla durante i picchi di richiesta, ma potrebbe essere (a seconda delle dimensioni del bacino) troppo poca per avere degli effettivi vantaggi (per esempio, se l'accumulo è piccolo), oppure troppo costosa (se invece serve un bacino grande e costoso).
    In alcuni casi, potrebbe bastare la produzione di energia e la sua introduzione in rete, senza accumulo. L'accumulo potrebbe essere fatto, usando quella stessa energia, anche a centinaia di chilometri di distanza, per esempio ripompando acqua nelle dighe di montagna.
    A seconda del tipo di impianto potrebbe essere quindi utile avere un sistema di produzione+accumulo (per esempio se si tratta di un impianto autonomo, o di un'isola), oppure potrebbe essere necessario che esista un bacino perchè il sistema usato produce energia solo se c'è un bacino (per esempio, per sfruttare un salto d'acqua)

    Se sei d'accordo, potremmo cominciare dal punto 1, e seguire con gli altri man mano che svisceriamo l'argomento...
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    Oltre ai contributi per l'acquisto dei motori ad alta efficienza previsti nella finanziaria 2008 e che sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2010, c'è da segnalare la nuova denominazione delle classi di efficienza:

    Vecchia classificazione:

    -Eff1+ (potremmo definirla... "più migliore"?)
    -Eff1 (la migliore efficienza)
    -Eff2 (media efficienza)
    -Eff3 (la peggiore efficienza)

    Come nel caso degli elettrodomestici e dei frigoriferi, questo tipo di classificazione non poteva espandersi, e nel caso di efficienza ancora maggiore di quanto previsto nelle tabelle, obbligava ad usare il segno "più" (es.: i frigoriferi in classe A, A+, A++ etc)

    Nuova classificazione:

    -IE1 (corrisponde alla vecchia Eff2)
    -IE2
    -IE3
    -IE4 (la migliore classe di efficienza).

    E' ovvio che se in futuro si arriverà a classi di efficienza migliori, queste potranno chiamarsi IE5, IE6 e via di seguito.


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    Apro questo thread per approfondire lo stato dell'arte dei sistemi che sfruttano la forza delle onde e delle maree.
    Cominciamo, magari, da questo documento:

    http://www.bwea.com/marine/devices.html
    http://www.bwea.com/marine/atlas.html
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    Ieri pomeriggio sono stato alla fiera Energy-blot, a Caresanablot (frazione di Vercelli). Ci ho messo quasi un quarto d'ora a visitarla tutta e a fregarmi biro/portachiavi/gadget vari...
    Solo tre espositori avevano dei campioni di pannello isolante in fibra di legno, e tutti si sono profusi in solenni complimenti, hanno detto "dopo tre giorni di fiera, lei è l'unico che abbia capito cos'è".
    Demoralizzante. :(
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    Io trovo molto apprezzabile anche la carta igienica leopardata...
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    Ho notato che molti hanno dei dubbi riguardo ai calcoli sulla combustione, perciò ho preparato la prima dispensa relativa a combustione e combustibili. Tempo libero permettendo, seguiranno le altre...
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    Io lavoro nel campo elettrico, e posso dirti la mia opinione: tralasciando le applicazioni elettroniche negli appartamenti (che non chaimerei propriamente domotiche), mi riferisco ai sistemi a bus.
    Li vedo applicabili in via progressivamente più ampia in proporzione diretta all'ampiezza dell'abitazione, ma comunque sempre solo in abitazioni di lusso sopra i 200 mq e con applicazioni sempre lussuose (idromassaggi, parchi e giardini, piscine scopribili etc)

    L'applicazione principale della domotica non è infatti nelle abitazioni, ma negli alberghi e negli esercizi commerciali in genere, proprio perchè con una semplice riprogrammazione si possono rivoluzionare interi scenari interni senza dover rifare l'impianto elettrico tutte le volte che si modifica l'arredamento o la disposizione delle scaffalature, degli ingressi etc.

    Un'abitazione viene di solito invece vista come applicazione abbastanza statica... al limite, abbonderei con le predisposizioni per tv/ethernet/antifurto, e lascerei dello spazio in più nelle scatole dei frutti e nelle derivazioni.
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    Benvenuto, Andrea!
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    Aggiungo alcune considerazioni:

    CITAZIONE
    il cogeneratore va sempre dimensionato sulla domanda termica che non l'elettrica, partirei dal capire come sono 'ste 30 villette

    Il cogeneratore va dimensionato sulla domanda termica per il semplice fatto che se non usiamo la parte di energia termica per qualche ragione, il nostro sistema si trasforma in un gruppo elettrogen, e la parte di guadagno/recupero termico la dobbiamo buttare via. E se lo usiamo solo come gruppo elettrogeno, ci costa di più che comprare dall'enel.

    Se le villette sono distanziate fra loro, è evidente che bisogna anche provvedere a costruire una rete di tubazioni che le uniscano, creando di fatto un sistema di teleriscaldamento: hai valutato i costi di quest'opera?

    CITAZIONE
    Non capisco appunto l'affiancamento di una caldaia a biomassa raddoppiando i generatori e complicando l'impianto, quando hai interesse di coprire totalmente la domanda termica con il cogeneratore.

    Probabilmente perchè la domanda termica estiva è molto inferiore a quella invernale: ferme restando le considerazioni di Denew, questo significherebbe usare il cogeneratore in estate solo per avere l'acqua calda sanitaria, e quindi avere un gruppo di taglia piuttosto piccola. Sarebbe ancora conveniente?

    Mi sembra che conti dovresti farli quindi solo sulla parte di riscaldamento/teleriscaldamento invernale, e valutare l'installazione del cogeneratore solo in un secondo momento.

    Inoltre, un impianto che provvedesse al teleriscaldamento totale delle villette sarebbe piuttosto grande: anche andando a spanne, se ogni villetta si prende un 15-20 kW per il riscaldamento vuol dire che il cogeneratore dovrebbe fornire 600 kW termici, e quindi circa 250 kW elettrici.
    Per installare una potenza superiore ai 20 kW elettrici, è richiesta anche l'apertura di una pratica da "officina elettrica", con conseguenti oneri tecnici ed amministrativi: la situazione potrebbe cambiare dal 2009, come leggo dal sito dell'AEEG.

    "Elettricità: più semplice l’energia ‘fai da te’ prodotta con piccoli impianti
    Nuove regole e procedure per lo scambio sul posto
    Milano, 23 giugno 2008

    In arrivo regole più semplici a sostegno della produzione di energia elettrica nei piccoli impianti alimentati da fonti rinnovabili o da cogenerazione (*).
    E’ quanto prevede il Testo integrato dello scambio sul posto (TISP) pubblicato dall’Autorità per l’energia con l’obiettivo di assicurare una maggiore trasparenza ed efficacia alla gestione del meccanismo che consente di immettere in rete l’energia elettrica prodotta (non immediatamente autoconsumata) e poi prelevarla per soddisfare i propri consumi in un tempo differito. In altre parole, al termine di ogni anno, i produttori da piccoli impianti da rinnovabili o da cogenerazione potranno pagare esclusivamente la differenza tra quanto dovuto per l’energia consumata e la compensazione ottenuta per l’energia prodotta. Se il valore di mercato dell’energia immessa in rete supera il valore di mercato dell’energia prelevata, viene maturato un ‘credito’.

    Le nuove regole, operative dal prossimo 1° gennaio 2009, riguarderanno impianti di produzione da cogenerazione ad alto rendimento con potenza fino a 200 kW e impianti di produzione da fonti rinnovabili fino a 20 kW. Sarà possibile innalzare la soglia per le rinnovabili fino a 200 kW non appena sarà varato il necessario decreto attuativo delle misure previste dalla legge finanziaria 2008.

    La delibera n. 74/08 è disponibile sul sito dell’Autorità Autorità per l'energia elettrica e il gas - Home page

    Le novità introdotte

    Le novità più significative rispetto al meccanismo attualmente in vigore prevedono che il servizio di scambio sul posto venga erogato dal Gestore del sistema elettrico-GSE (e non più dai distributori) e gestito attraverso un portale informatico secondo modalità uniformi per tutto il sistema nazionale.
    Inoltre, l’eventuale credito, nel caso di fonti rinnovabili, può essere utilizzato negli anni successivi senza più incorrere nel suo annullamento trascorsi tre anni, come invece previsto in precedenza. Per la cogenerazione, il produttore può scegliere se utilizzare l’eventuale credito negli anni successivi, al pari delle fonti rinnovabili, oppure incassarlo al termine dell’anno, ottenendo un compenso monetario."



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    Il futuro della microcogenerazione sono le fuel cells. Niente fumi, nessuna combustione, nessuna parte in movimento, scarsissima manutenzione e bassa possibilità di guasto. Per ora, invece, stanno emergendo alternative interessanti da applicare nella pratica comune.
    Guardate per esempio questa stufa a pellets con cogeneratore stirling integrato...

    http://www.kwb.at/en/index.php?option=com_...=105&Itemid=133
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    Benvenuto!!
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    Beh, la portata deve essere ovviamente proporzionata alla somma delle singole portate in scarico degli elettrodomestici, inoltre auspico che la connessione a Y abbia i bracci abbastanza lunghi da non provocare riflussi a causa della seppur debole pressione delle pompe.
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    Io non ne sono affatto convinto.
    La pompa di scarico è praticamente la stessa, e non ha praticamente pressione (basta alzare troppo il tubo di scarico e non esce più acqua). Insomma, ha pochissima prevalenza.
    Lo scarico a getti? Intendi che è a impulsi? Gli impulsi sono praticamente degli spruzzetti, dovuti al fatto che la pompa va a vuoto quando sta per finire l'acqua che sta scaricando (poi scende ancora qualche goccia e la pompa riesce a buttar fuori ancora qualcosa). Aspirando aria, in quel momento la pompa dà una pressione minima. Inoltre, il fenomeno è uguale sia per lavatrici che per lavastoviglie.

    Unica cosa potrebbe essere l'uso nella lavastoviglie di detersivi a base alcalina, che funzionano da "idraulicoliquido" , i quali potrebbero contrastare invece gli intasamenti dovuti ai saponi della lavatrice... insomma, il contrario.
    Sarebbe la lavastoviglie ad impedire gli intasamenti "da lavatrice", e non
    CITAZIONE
    lo scarico della lavatrice, che di solito è a getti con una pressione piuttosto elevata, permetta di pulire i residui che lascia quello della lavapiatti evitando eventuali futuri intasamenti

90 replies since 6/9/2007
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